La tradizione in Valle Varaita
Ciao, e ben tornati sul mio blog! Oggi voglio parlarvi della tradizione in Valle Varaita…perchè, vi chiederete? Perchè nonostante io l’abbia già girata in lungo e in largo, in tutti questi anni ancora non avevo avuto l’occasione di finire in una delle più belle borgate della Valle Varaita.
Prima di svelarvi di cosa si tratta, vi ricordo di iscrivervi al mio diario di valle, per ricevere qualche spunto interessante e qualche novità sulle valli alpine occitane piemontesi!
Valle Varaita: una giornata da ricordare
E’ il 6 agosto 2023, una splendida domenica, anche se il sole ancora non lo vedo: sto partendo alle 3 e mezza della notte per andare a fare un concerto all’alba…già, proprio così! Il famoso festival Occit’amo ha scelto noi (me e Isabella, l’arpista) per una delle loro “aubadas”. E così, alle 6 del mattino ci ritroviamo a fare un concerto all’aperto, di fronte al rifugio Melezè, a Bellino, con l’alba che ci spunta alle spalle, e gli spettatori davanti a noi emozionati e incuriositi. Certo, non una situazione ottimale per cantare: ci sono 4 gradi e mezzo, e tira un vento gelido che non rende molto facile stare lì ferme a eseguire i nostri brani. Nonostante tutto però lo spettacolo è impagabile: questi sono momenti che non si dimenticano facilmente.
Foto di Chiara Bruno
Una festa indimenticabile in Valle Varaita
Dopo una buona colazione si sono fatte le 8:00, e per me e Isabella la giornata è appena cominciata: ora dobbiamo spostarci nella frazione Torrette di Casteldelfino. Sono stata invitata sia per tenere un concerto al pomeriggio, sia per documentare la festa sulla mia pagina “Michela Nelle Valli“.
Non ho mai visitato quella frazione, arrivando dalla bassa valle la si raggiunge svoltando a sinistra nel comune di Casteldelfino. Sono molto curiosa e in poco tempo arriviamo a destinazione. Il tempo di scendere dall’auto, fare due passi…e niente: me ne sono già innamorata.
Se mi conoscete ormai sapete quanto io apprezzi la bellezza in tutte le sue forme…se volete scoprire qualcosa in più su di me, ve lo racconto in questo articolo:
Questa frazione è stata completamente ristrutturata: le case sono incastonate tra loro creando una continuità visiva che regala agli occhi un’armonia sublime. Qui non ci sono bar nè negozi, eppure 26 persone vivono ancora qui, tra cui molti giovani. Anche se lavorano fuori, anche se d’inverno non batte molto il sole…loro vivono qui. Ecco cosa intendo, quando parlo di amore per le proprie radici.
Se il luogo è magnifico, le persone del posto ne sono il riflesso: tutti hanno avuto qualche parola gentile da dirmi. Ho respirato dei rapporti sinceri, un senso di comunità e di condivisione in cui mi imbatto raramente in giro. Qui si cerca sempre un motivo per stare insieme: con un bicchiere in mano, con le pizze appena sfornate, o semplicemente con qualche chiacchiera e qualche risata. Mi piacerebbe moltissimo avere una casetta qui.
Il ritorno alla tradizione
Se tutto questo vi ha già incuriositi, aspettate che vi racconti della festa! Quest’anno l’associazone “La Toureto” ha deciso di riproporre una festa ormai abbandonata da moltissimi anni, con l’intento di farla diventare nuovamente un appuntamento fisso ogni anno.
Alle 10.30 si comincia: un gruppo numeroso di persone vestito con abiti di un tempo, sfila per la borgata, accompagnato da Loris, un giovane fisarmonicista della valle che suona pezzi tradizionali. Non avete idea dello spettacolo: ci sono donne, uomini, bambini, tutti vestiti con gli abiti originali dei loro nonni e parenti. Quegli abiti, chiusi da anni nei bauli, hanno ripreso vita: eccolo lì il ritorno alla tradizione.
Arrivati nella piazzetta, l’associazione si presenta, racconta qualche appunto interessante sulla festa e poi ci prepara a una splendida sorpresa: la vestizione delle spose in diretta! Due splendide ragazzine vengono vestite, indumento dopo indumento, come le spose di un tempo. Ad aiutarle nell’impresa ci sono le signore più anziane del posto: loro sì che si ricordano come ci si vestiva! Le loro mani esperte e sicure vanno ad aggiungere pezzo per pezzo: lou mouchet, lou foudil, e molto altro. Alla fine le due sposine sono splendide, vengono applaudite da un pubblico entusiasta.
Le radici in ogni angolo
Nel frattempo, sparsi qua e là, ci sono molti banchetti di artigiani della valle; si trovano inoltre delle signore che lavorano in tempo reale: una che sta facendo le cuffie delle donne, con una tecnica che solo a guardarla mi fa venire il mal di testa! E’ tutto un gioco di intrecci, incroci, scambi…mi sembra davvero complicato. L’altra signora sta preparando le “liocune”, delle fettucce spesse in lana lavorate al telaio a mano, che servivano per legare le culle, e anche i grembiuli. Il lessico delle valli è molto ricco: la signora mi spiegava che queste si chiamano in modo diverso di borgata in borgata.
Eccoci all’ora del pranzo: un piacevole momento trascorso con i giovani del posto e non solo, dove non è mancato il buon vino, il buon dialogo, e un divertimento genuino e autentico.
Il pomeriggio
Il tempo vola: sono già le 14.30! La borgata è gremita di gente, e ora si prosegue con gli ultimi intrattenimenti: nella piazzetta si ballano le danze tradizionali, la giga, la courenta della val Varacha…i suonatori mi fanno anche l’onore di suonarmi una curenta della Val Vermenagna. In fondo alla borgata invece c’è Alfredo Philip, un grande esperto della sua borgata ma soprattutto della “questione occitana“: racconta molti aneddoti, molte storie, si sofferma su dei particolari della lingua, cita poeti e personaggi…è uno spettacolo ascoltarlo, e infatti c’è moltissima gente intorno a lui. A un certo punto mi chiama e mi fa cantare un mio pezzo che parla proprio della tradizione e che a un certo punto dice così “…perchè il nostro passato non è una prigione, ma è sapere chi siamo per scegliere dove andare“.
Il nostro concerto: Donne di Valle
Io e Alfredo ci ritroviamo su molte cose, è stata una giornata di grande condivisione. Al punto che, durante il concerto di “Donne di Valle”, in cui Isabella ed io raccontiamo storie di un tempo accadute nelle nostre valli, attraverso brani tradizionali e brani miei, a un certo punto invito Alfredo da noi, per recitare una splendida poesia: “La lingero”.
Le ore volano, e il campanile della borgata batte le 18. Il nostro concerto è finito, è piaciuto molto agli altri e anche a me: con i miei concetti di tradizione, con la mia voglia di dimostrare che non è una cosa da vecchi, ho percepito di essere stata ascoltata, capita. Ho sentito gente intorno a me che viaggiava sulle mie stesse corde. Mi sono sentita a casa.
Una festa indimenticabile
La giornata è finita, ma la festa continua: qui a Torrette finisce spesso così. Torno a casa con il cuore pieno di emozioni, pieno di infinito amore verso quella valle da cui provengo per metà: la valle Varaita.
Tornerò presto a Torrette, perchè qui ho trovato nuovi amici, e un posto in cui mi sento a casa.
Io vi saluto e vi invito a tornare sul mio blog, come sempre, la prossima settimana…intanto però vi ricordo ancora una cosa: visto che siamo nel tema della Valle Varaita, non dimenticate che a Piasco c’è lo splendido birrificio agricolo Kauss! Se come me amate le loro birre, ora potrete acquistarle sul loro sito utilizzando il mio codice sconto: michelanellevalli. In questo modo avrete diritto al 20% di sconto e alla spedizione gratuita! Cin Cin, vi aspetto per brindare insieme!
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