Un paese senza tempo in Valle Grana

Cari lettori, che piacere essere di nuovo qui a scrivere per voi! 

Oggi voglio raccontarvi di uno splendido museo a cielo aperto, dove poter riassaporare un paese d’altri tempi e dove poter vivere quell’atmosfera che in città è andata completamente persa.

Sto parlando di una frazione di Monterosso Grana: San Pietro! Siamo ovviamente in Valle Grana, e qui sono stati inseriti moltissimi “Babaciu” in paglia ad altezza uomo. Questi rappresentano donne, uomini e bambini di altri tempi, intenti a compiere azioni quotidiane qua è la per la borgata.

 

Il fatto che siano collocati in tutto il borgo, sistemati in degli ambienti appositi come anche per strada, sui balconi, e dalle finestre, crea una percezione del luogo davvero unica: sembra davvero di passeggiare incontrando persone reali, a cui manca soltanto la parola! Inizialmente fa quasi effetto avvicinarsi, poiché sono cos’ curati e realistici che ci si aspetta quasi un improvviso movimento da parte di qualcuno di loro! L’abbigliamento che indossano risale al tardo ‘800 e, i mestieri sono quelli tipici di una borgata di montagna. Accanto a ogni ambiente c’è poi un’insegna  che ne indica la tipologia, sia in italiano che in lingua occitana.

Alla scoperta dei Babaciu di San Pietro

I primi Babaciu in cui mi sono imbattuta sono stati quelli della Vòuto, la stalla! Ho visto un cortile davanti a me che mi ha subito incuriosita: alcuni erano sul balcone, altri sotto la tettoia…un telo portava scritto “Pais Senço temp” (paese senza tempo): avvicinandomi ho letto il nome dell’ambiente: la stalla appunto. Qui dentro mi aspettavano diversi babaciu: una vecchietta intenta a filare la lana, un anziano signore che leggeva il giornale, delle splendide pecorelle assistite da un bambino all’interno del recinto…uno spettacolo! Il tutto reso magico dal fatto che quella fosse davvero una stalla, e per questo rispecchiasse tutte le caratteristiche di quelle vere. 

Intanto, se ancora non sai bene di cosa tratti questo blog, ti invito a leggere questo articolo che te lo racconta!

Ma continuiamo con la passeggiata nello splendido borgo di San Pietro…

Ritornata nel cortile ho proseguito nella passeggiata, e mi sono imbattuta ne “L’ostu e Lou mulin”: l’osteria e il mulino! L’osteria mi ha davvero colpita: mi sarei seduta lì insieme a loro per bere un bicchiere, e magari intonare anche qualche canzone. 

E poi ancora qua è la imbattevo qualche vecchietta che si raccontava i pettegolezzi del paese, qualche curioso ad osservare dalle finestre e dai balconi, qualche bambino intento a giocare, una donna in bicicletta…

Ma non è finita: come dimenticare lou lausatìe, il cavatore d’ardesia? E poi ancora lou pesciou, il pescatore, con la sua canna pronta a pescare qualche trota da far cucinare alla moglie per cena; e  lo sciatore! Una splendida figura vestita esattamente come un tempo, indecisa se farsi una bella ciaspolata oppure una sciata come si deve…

Non mancano i negozietti, le piccole botteghe: ecco il macellaio, ecco il barbiere, ecco il panettiere! Ogni dettaglio era così curato, che ogni tanto mi veniva da chiedermi se fossi davvero tornata indietro di più di cento anni…

Non potrei non citare la scuola: un ambiente fedele alle scuole di un tempo: con i banchi in legno, i grembiuli tutti uguali, addirittura dei vecchi libri e quaderni reali di un tempo! Emozionante vedere la classe del 1882 in aula, intenta ad apprendere chissà cosa, davanti a un’insegnante severa ed esigente.

Conlusioni: venite a visitarlo!

Che dire: questo villaggio è stato una splendida sorpresa, un gioiellino che non dimenticherò facilmente! Mi piace molto sentir raccontare gli anziani, perdermi nelle storie di un tempo, e immaginarmi quei profumi, quei colori, quella vita…questa volta invece il racconto è stato soprattutto visivo, e mi ha regalato un modo alternativo per sentirmi ancora una volta in un mondo che non puzza di vecchio, ma profuma di antico. 

Vi auguro di riuscire a visitare la frazione San Pietro di Monterosso Grana, di dimenticare il nostro mondo anche solo per un attimo, e di respirare un’aria di altri tempi. 

Aspettate!

Noi ci vediamo la prossima settimana, ma prima che scappiate, ho qualcosa da proporvi: vi invito ad iscrivervi al “diario di valle”, grazie al quale riceverete per e-mail dei preziosi spunti sulle valli occitane, delle curiosità inedite, delle piccole pillole per apprezzare, ancora una volta, la Bellezza delle valli alpine occitane piemontesi. 

Un abbraccio!

Michela 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *