Quale valle fa per te?
Bentornati sul mio blog! Eccoci qui per parlare ancora una volta delle valli occitane…oggi pensavo a una cosa: magari vi capita di decidere di trascorrere una giornata o un fine settimana in una valle, ma non sapete scegliere in quale. Vi capisco, sono tutte molto belle e la scelta può essere difficile! Però mi sono anche resa conto che in base a ciò che state cercando, ciò di cui avete voglia, potreste trovarne alcune più azzeccate di altre…e per questo che vi dico: “Dimmi cosa cerchi e ti dirò quale valle fa per te!“
Ci sarà anche un altro modo per scegliere una delle valli…come? Con il mio negozio online, che aprirà dal 13 al 23 ottobre! Avrete poco tempo e tanti articoli tra cui scegliere, legati a ogni singola valle!
Ho creato un negozio online per dare a tutti la possibilità di portare ogni giorno sulla propria pelle l’amore per le valli occitane del Piemonte…sono davvero emozionata. Ma ora…cominciamo!
1. Se cercate la tranquillità
L’autunno rallenta sempre un po’ il ritmo delle cose, sarà per la natura che si fa sempre più dormiente, sarà per il buio che non si fa più attendere. Forse per questo motivo potreste aver voglia di un po’ di tranquillità, e di un luogo adatto per poterne godere a pieno. In questo caso vi consiglierei…la Valle Varaita! Questa è una valle dove non si fanno troppe parole, e quelle che si fanno sono quasi sicuramente in lingua occitana, quindi potreste non capirle! Una buona ragione per starvene nei vostri silenzi e nei vostri pensieri, non credete?
A parte gli scherzi, in Valle Varaita il ritmo è lento: lo si percepisce passeggiando nei paesini e nelle frazioni, camminando nei boschi, assaporando i piatti locali nei ristoranti. Qui è come se la fretta non fosse la benvenuta. Mi sono sempre sentita così ogni volta che ci sono andata, e la cosa non cambia tutt’ora. Le borgate sembrano rimaste ad altri tempi, i tetti in lose raccontano una storia antica, come anche le case, che tutto trasmettono tranne che frenesia. Ogni paesino ha una cornice fatta di montagne, e gli alberi rendono unico ogni angolo. Inoltre, vederla in autunno potrebbe regalarti una piacevole sorpresa. Da provare!
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2. Se aspirate al selvaggio
Se arrivate dalla città e dai luoghi affollati, dove ogni casa non lascia il respiro a quella successiva, dove gli spazi sono costipati e non lasciano passare nemmeno i pensieri, forse potreste aver voglia di una natura selvaggia e sconfinata. Non parlo di un prato verde, nè di un parco: parlo di alberi e montagne a perdita d’occhio, dove persino la strada è inglobata nella natura che sembra volersela prendere da un momento all’altro. Sto parlando della valle più selvaggia che abbiamo: la Valle Maira! Molto amata dai tedeschi, questa è oggi una grande meta turistica, eppure il turismo non lo si percepisce quasi: non c’è una fastidiosa e pedante presenza umana, non ci sono situazioni tipiche dei luoghi molto frequentati: i turisti ci sono, eppure si mimetizzano perfettamente con l’ambiente circostante, quasi a volersi fondere con esso.
In questa valle si percepisce il rispetto che l’uomo ha per la natura, e che manifesta con il totale disinteresse per la sopraffazione dei luoghi e delle bellezze che la valle offre. Negli ultimi anni si stanno portando avanti grandi lavori di ristrutturazione, eppure tutto sembra fermo a 100 anni fa, perchè qui le persone non si impongono: qui si adattano alla natura selvaggia, e ne diventano parte. La Valle Maira con i suoi valloni laterali di Elva, Canosio, Marmora e molti altri, vi regalerà un “ooooohhhh!” in ogni angolo voi decidiate di spostarvi, vi do la mia parola! Vado qui ogni volta che ho voglia e bisogno di sentirmi piccola.
In questo video ti mostro come un gran numero di persone provenienti da tutta Italia e non solo, si rechino ogni anno in Valle Maira per scoprirne il suo lato selvaggio e agreste:
3. Se avete voglia di festa
Molti ritengono che purtroppo nelle valli occitane del Piemonte (e non solo) si sia perso parecchio lo spirito di festa che si respirava nel secolo scorso. Parlando con gli anziani spesso sento dire: “Lhi fan pas pus festa ma ‘n bòt!” (non fanno più festa come una volta!). Questo è vero, ahimè: vuoi per i tempi che cambiano, vuoi per le esigenze di vita molto diverse, vuoi per lo spopolamento delle valli…in ogni caso è una triste realtà.
C’è però una valle in cui la festa è ancora quasi all’ordine del giorno…sto parlando della mia: la Valle Vermenagna! Più piccola rispetto alle altre, con cime non troppo alte, e con qualche segno di troppo lasciato dall’industrializzazione…ma per le feste, non vi sono eguali! Qui le tradizioni sono salde come 100 anni fa, e le si festeggia ancora allo stesso modo: con la fisarmonica e il clarino, con le curente e i balet, con le raviole alla vernantina e le siule piene, con canti spontanei che si innalzano spesso nel bar di centro paese.
Il periodo più effervescente è sicuramente agosto, in particolare durante i giorni dell’Assunta e delle leve. Tuttavia, c’è sempre un’aria frizzantina passando per le vie (soprattutto del paese di Vernante), un’aria che fa spesso venire sete! E non è detto che un aperitivo improvvisato non si trasformi in una festaccia che finisce la mattina seguente! Succede di tornare a casa per una doccia e poi dover ripartire al lavoro, perchè si sono fatte le ore molto piccole. Qual è il segreto? Non ve lo so dire, ma quel che so, è che nella mia valle c’è ancora un grande senso di comunità, un grande spirito di condivisione, che ci rendono un po’ tutti amici e pronti ad aiutarci a vicenda: uno spirito antico di amore per il prossimo che nella nostra società è praticamente scomparso del tutto. Quindi che dire…vi aspettiamo in valle per fare festa!
Ci vediamo presto!
Bene, per questo articolo è tutto…ma non disperate! La seconda parte arriverà la prossima settimana, e come sempre non vi lascerà insoddisfatti, promesso!
Ancora una volta io vi ringrazio per aver scelto di far parte di questa splendida community che stiamo portando avanti sulla mia pagina Instagram e su questo blog…perchè la bellezza è tutta qui, e sono davvero felice che la pensiate come me.
Un abbraccio,
Michela
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